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L'inutile Vallo atlantico offre ancora i suoi resti, feritoie vuote, cannoni mozzi, blocchi di cemento divelti. Sui pali piantati nella spiaggia _ gli "asparagi" di Rommel _ riposano i gabbiani. Nel camposanto di La Cambe ventimila croci di granito portano nomi tedeschi. Sono quelle dei ragazzi caduti in quei giorni dalla parte sbagliata, per difendere una causa perduta.
Ogni paese della Normandia ha il suo museo dello sbarco, con annessi souvenir, e ognuno racconta una porzione di storia: un'inevitabile disneyland della guerra prodotta dall'orgoglio e dall'industria della nostalgia. La terra del Camembert, dei cavalli, della trippa, del calvados, la pianura più dolce della campagna francese, con le sue giornate nitide di sole, ha vissuto la guerra, l'ha respirata, l'ha sofferta. Ora, ogni anno, commemora lo sbarco, ricordando una mobilitazione irripetibile nel nome della libertà, uno dei rari momenti della storia in cui tanti uomini si trovarono insieme per un unico, nobile obiettivo. Una commemorazione che sa di nostalgia, quasi una celebrazione di ideali perduti.